Le parole di Belotti in vista della nuova stagione dopo il ritiro ad Albufeira
Andrea Belotti ha rilasciato un’intervista a ‘Il Messaggero’, condividendo le sue sensazioni riguardo al ritiro giallorosso ad Albufeira. Di seguito le sue dichiarazioni.
Andrea, seppure in una semplice amichevole, la soddisfazione di segnare una rete è arrivata.
«I gol sono sempre importanti, anche quelli estivi: se abbiamo addosso questa etichetta un motivo ci deve essere. Noi dobbiamo fare gol, ci chiamiamo “attaccanti”. Insomma sono contento, ma…».
Ma?
«Lo sono ancor di più per aver fatto questo ritiro in Portogallo. Avevo bisogno di forzare».
Ha potuto lavorare con continuità?
«Sì, ed è ciò che mi è mancato nella passata stagione. In questo periodo ho potuto finalmente allenarmi bene e in maniera seria, ho messo minuti nella gambe. Questo mi rende felice. Mi serviva ritrovare la condizione, i minuti partita, avevo voglia di preparare bene la stagione. È stato un ritiro tosto, molto impegnativo, ma è ciò che mi serviva e ora posso dire, finalmente, di stare bene».
Lo scorso anno ha saltato la preparazione.
«Sia quella estiva sia quella invernale, non è stato semplice. Per questo era importante lavorare bene in questa fase. Saltare il lavoro estivo è un problema».
Significa rincorrere.
«È una base su cui poggiarsi. Perché questo tipo di lavoro, durante la stagione, non sarà più possibile farlo».
Si sente sul mercato?
«Io non ascolto niente, penso solo a giocare. Sono in una grande squadra, mi sento addosso la fiducia di tutti, dallo staff ai dirigenti e l’allenatore, le voci che arrivano da fuori non mi interessano».
Per ora è il titolare nel ruolo di centravanti. È preoccupato dall’arrivo di un altro attaccante?
«Perché dovrebbe? La stagione è lunga, ci sarà spazio per tutti ognuno avrà bisogno di rifiatare. La società sta valutando se serve o meno. Io devo solo pensare a stare bene fisicamente, con la squadra e fare solo ciò che sono in grado di fare».
La Champions e l’obiettivo che non può sfuggire al terzo anno di Mourinho?
«I traguardi si fissano strada facendo, è ovvio che tornare in Champions è il sogno di un’intera città. Il solo ascoltare quella musichetta fa capire come si tratti di un qualcosa di diverso da tutto il resto. La Champions è una storia diversa: la Roma è una squadra forte e ha l’obbligo di pensare di poter vincere tutte la partite. Il nostro focus deve essere questo».
Ma come mai lo scorso anno ha chiuso a zero gol in campionato? Come si spiega per uno che ne ha segnati 106 in carriera?
«Purtroppo è stata un’annata turbolenta, con due ritiri non svolti, con frattura alla mano e una intercostale. Da fuori uno non se ne rende conto, ma vi assicuro che non è stato facile. Io sono andato oltre me stesso, mi sono impegnato, ma non è bastato. Stringi i denti, ci provi ma se non ce la fai diventa tutto più difficile, ho fatto più fatica del solito. Sono convinto che sia tutto alle spalle e che la prossima sia un’annata migliore».