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Dacourt: “Roma-Inter? Guai a dare i giallorossi per spacciati”

DiRedazione Redazione

Ott 17, 2024

Il doppio ex Olivier Dacourt risponde ad alcune domande sul big match tra Roma e Inter di domenica prossimaOlivier Dacourt, ex calciatore romanista ha rilasciato un’intervista a La Gazzetta dello Sport in vista di Roma-Inter in programma per domenica 20 ottobre all’Olimpico. Tanti i temi toccati: dal passato in campo alle nuove passioni, passando per due leggende con cui ha condiviso la maglia giallorossa. Le sue parole:

Domenica però si gioca Roma-Inter, la sua partita. 

“I nerazzurri sono più forti, ma la Roma è speciale. Ti può sempre sorprendere. Chi la decide? Dico Thuram, il mio ‘figlioccio’”.

Partiamo dalla fine. In campo ci si ricorda di Dacourt come un centrocampista di lotta e cervello, adesso invece… fa il regista. Da dove parte l’idea? 

“Più che un’idea, il mio è sempre stato un sogno. Ho sempre voluto fare questo. Ho vissuto tante cose e sentivo il bisogno di raccontarle a modo mio. Ogni documentario affronta un aspetto diverso della vita di un professionista. Cose che ho provato sulla mia pelle, non per sentito dire”.

Passiamo ora al calcio. Domenica c’è Roma-Inter. Come la vede?

“L’Inter è fortissima. Io l’ho seguita sia in campionato che in Champions, sono dominanti. Ma non lo dico da oggi io eh, saranno almeno due anni che è così. Inzaghi sta facendo un lavoro straordinario. Sulla Roma che dire… c’è un po’ di confusione, ma guai a dare i giallorossi per spacciati. Possono sorprenderti da un momento all’altro”.

Lei ha giocato a centrocampo con De Rossi. Ha seguito la vicenda dell’esonero? 

“Daniele è un caro amico, una persona vera. Uno che ti dice le cose in faccia. L’ho sentito due giorni fa, ma non abbiamo parlato di calcio. Credo che sarebbe stata necessaria un po’ di pazienza in più e soprattutto un po’ più di rispetto, per un uomo e una bandiera come lui”.

A proposito di bandiere, che ne pensa del fatto che uno come Totti non è in società? Se lo sarebbe mai aspettato? 

“È clamoroso. Capisce cosa intendo quando dico che ci vuole rispetto? Francesco a Roma è un monumento, è storia. E poi sono sicuro che sarebbe utile, magari affiancato da chi si occupa della parte sportiva. Ma quando arriva a Roma un calciatore nuovo, il fatto che uno come Totti possa spiegargli cosa vuol dire indossare quella maglia, farebbe scattare qualcosa dentro, darebbe una spinta differente. Mi piacerebbe vederlo un giorno come ambasciatore del club”.

Invece Ibra nel suo nuovo ruolo come lo vede? 

“Zlatan è super. Il calciatore lo conoscono tutti, così come tutti pensano di conoscere l’Ibrahimovic uomo. Non è così. Lui fa l’arrogante, ma è una persona vera. Il calcio, quando cala il sipario, è un mondo che ci mette un secondo a dimenticarti. Io quando ho smesso ho ricevuto pochissime telefonate. Chi mi ha chiamato più di tutti? Ibra. ‘Qualunque cosa posso fare per te, io ci sono’, mi diceva. Basta questo per descrivere il tipo di persona che è. Oltre a essere un vincente. Vedrete che farà il bene del Milan, gli serve solo un po’ di tempo…”

Lei invece ha detto basta con il calcio. Non le interesserebbe rientrarci? 

“Non scherziamo! Lo seguo, mi piace, ma è un mondo che fa non fa più per me. Non rivedo i valori dello sport che conoscevo io. Troppi telefoni, troppo Instagram, nessuno che riesce a godersi il momento. E poi non c’è più pazienza, guardate quello che è successo al Milan con Maldini… Io ho tante passioni: l’arte, il cinema, la musica, ora come ora non potrei vivere di solo pallone”.

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