Daniele De Rossi, allenatore della Roma, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della partita di Serie A contro la Juventus:
“Abbiamo alzato il livello di qualità di questa squadra, sono contento. Sono contentissimo di Koné e Saelemaekers, mi piacciono entrambi. Uno come Koné mancava a questa squadra, serviva mettere ciccia a centrocampo, lo avevo chiesto più volte nella scorsa stagione. Siamo un po corti in difesa, ma è successo qualcosa difficile da prevedere, l’operazione Danso mi avrebbe reso felice“.
Che Juventus ti aspetti?
“Thiago Motta è un amico, non uno che senti sempre ma che abbracci con piacere quando lo vedi. È un ragazzo che sta mostrando che è un grande allenatore non solo per i risultati e per il gioco, ma per il tocco magico. Ci sono allenatori che hanno qualcosa di speciale e lo sta mostrando, ci è arrivato con la gavetta e adesso giustamente si sta godendo i frutti del lavoro in una big costruita per vincere il campionato. Hanno fatto un mercato importantissimo, molto costoso, e stanno ottenendo risultati con i giovani. Con Thiago non puoi rilassarti, può sempre sorprenderti. Sarà difficilissima, ma possiamo fare la nostra ottima prestazione“.
Rispetto alla Roma di maggio è una squadra più forte? Saud?
“Fare un bollettino, un’analisi, è difficile ma sta andando nella direzione che volevo io. Sono stato supportato in quello che avevamo chiesto. Per me abbiamo fatto un mercato migliore dell’Inter, ma parte avanti. In un paio di sessioni di mercato dobbiamo lavorare come l’Inter, mettere pezzetti e restare fortissimi. La squadra entro poco tempo, se si continuerà a lavorare come in questo mercato, non vedo problemi nel pensarla a lottare per lo scudetto. Non lo raggiungi in un mercato, ma sarà sempre più facile fare mercato. La direzione e i patti dell’inizio sono stati rispettati, c’è stata collaborazione. Ho visto Saud in due spezzoni di allenamento, in mezzo c’è stato il viaggio in Arabia per il visto. Lo conoscevo poco, ho parlato tanto con Roberto Mancini e lo staff, vedono un futuro campione in lui. Dobbiamo lavorare tanto dal punto di vista tattico, ha il motore che ci serviva, dobbiamo mettere dentro qualche nozione tattica. È un ragazzo solare, dobbiamo aiutarlo a inserirsi nei tempi giusti in una squadra già forte di suo, come dicevo l’anno scorso“.
Avete provato la difesa a tre?
“Quante cose avete saputo che non erano come dicevate voi?”
È stata provata per uno come Danso? Come si incastra in questo progetto la partenza di Bove?
“Noi costruiamo sempre a tre, con Danso avevo immaginato la difesa a tre e ne avevo parlato con lui. A volte facciamo tre più uno, tre più due o a rombo, variamo. Anche l’anno scorso abbiamo abbassato l’esterno, a volte con tre centrali e avete pensato che fosse il problema. Non ci inventiamo nulla, lo abbiamo visto fare a tanti. Dipende dagli interpreti che immagini nella difesa a quattro come potrebbero o non potrebbero essere. Bove? Mi dispiace sia andato via, ma non l’ho bloccato. Con lui sono stato chiaro, come con tutti i centrocampisti, che avevo intenzione di mettere dentro un altro paio di centrocampisti più dinamici e probabilmente ci sarebbe stato meno spazio. Con me ha giocato meno di quanto abbia fatto con Mourinho, ha parlato con me e non potevo garantirgli questo spazio. Dispiace perché è forte, un ragazzo positivo, educato e legato alla squadra, ma devo fare delle scelte. Non posso pensare se mi sta simpatico o fare scelte legate alla pausa, spero quasi di aver sbagliato perché merita di diventare un Nazionale come Frattesi e Calafiori. Rimango con l’abbraccio che ci siamo dati, sperando che resti l’affetto. Se fossi voluto rimanere l’idolo intoccabile non sarei tornato e non mi sarei messo in discussione o avrei fatto scelte più populiste, ma devo guardare il campo. Devo rispettare Edoardo e quanto meritasse di spiccare il volo“.
Quanto è stato complicato gestire il mercato e se ha influito nei risultati?
“È stato complicato, ho sentito le interviste di Di Francesco e Gasperini sul mercato. Noi potevamo vincere queste due partite, ma il campionato è sporcato dal mercato. Siamo tutti sulla stessa barca, infastiditi, per me è una follia e si poteva fare meglio. Sono state fatte cose male, ma anche spezzoni fatti molto meglio. È complicato gestire in corsa, ma è il lavoro dell’allenatore. A volte organizzi un mercato e qualcosa salta, devi pensare a far entrare tutti nel progetto anche chi poteva andar via“.
Si è parlato di litigii con Souloukou, Cristante e Mancini.
“Di vero c’è solo la discussione con Bryan, abbiamo discusso in campo per dieci secondi ed era una discussione normale. Poi è diventata che che ci siamo messi le mani addosso, è gravissimo. Mi tocca querelare, se inventi bugie sulla mia professione non è normale. Va bene che ho passato venti anni di carriera sentendone di tutti i colori, ma non va bene. Neanche ho visto Lina durante l’Empoli, con Mancini non è mai successo nulla. Non lo avevo letto e me l’ha detto Mancini. Non c’è difesa, è grave perché il vostro lavoro è dire quello che è successo, trovare scoop ma inventarli no. Non facciamo il bene mio, ma neanche della società. Se c’è qualcosa è giusto scriverla, ma di queste tre cose l’unica che aveva una lontana parvenza di verità è quella con Cristante. Ci siamo scontrati a venti metri di distanza su una cosa di campo, il giorno dopo ci siamo abbracciati e l’avete fatta diventare una rissa. Per me è tanto grave“.
Quanto è difficile in questa situazione preparare la terza giornata?
“È difficile, ma non sono abituato a trovare scuse e alibi. Ho parlato con D’Aversa prima e dopo l’Empoli e sono nella stessa condizione, ma hanno vinto. Non l’ideale, ma se Dio vuole durerà un’altra partita e poi ci concentreremo su quello che più mi piace e so far meglio, l’allenatore“.
La Juve è costruita per lo scudetto, la Roma per cosa?
“Per migliorare quanto fatto l’anno scorso, la direzione presa è stata rispettata ma non vuol dire arrivare quarti per forza. Non è un obbligo per come siamo costruiti, ma l’obbligo è andare in una certa direzione nella quale credo fortemente. Ci riempiamo la bocca con l’Atalanta, ma ha iniziato otto anni fa con i vari Mancini e Cristante che erano bambini, il loro lavoro li ha portati ad essere una squadra che costantemente sono in quelle posizioni, come eravamo noi una decina di anni fa. A prescindere da chi ci sarà, tra un paio di anni saremo fissi lì ed è il passo più importante che possiamo fare“.
Se ci fossero stati litigi tra lei e il CEO o lei e il calciatore, verrebbe qui in conferenza a dirlo?
“Faccio una premessa. Quando ho detto subumani mi riferivo a gente che mi augurava dei tumori o altro. Se io avessi litigato con Mancini non sarei venuto qui a dirlo. Non dico che non ho mai discusso con Cristante, dico che non ci siamo menati. Quando dico subumani faccio una battuta alla fine di un discorso ampio. Il giocatore ti risponde perché lo hai scritto e lo hai citato, con Mancini non abbiamo mai discusso. Prima di Roma-Genoa dell’anno scorso ho discusso con Mancini, ci siamo chiariti e quest’anno è perfetto nel suo comportamento. Ma non puoi pretendere che Mancini non ti risponda se scrivi una cosa non vera. Nelle conferenze si dicono mezze verità, ma se senza parlare riceviamo quello che abbiamo ricevuto nell’ultimo mese, pensa se lo dicessimo. In passato è successo altre volte, ma non puoi pensare che nessuno risponda o si stranisca. Non uso Instagram, ho tolto le notifiche perché meno leggo e meglio sto. Mancini ha scritto su Instagram, ma non gliel’ho chiesto io. Non dico che l’hai inventata, ma magari è una polpetta avvelenata. In conferenza non diciamo al 100% la verità, ma non vengo a negare una cosa vera“.
Alla fine del mercato quanta gente di gamba è arrivata?
“Parecchia, con Danso ne avremmo avuta tanta in più ma non è colpa di nessuno. Non significa che chi è meno esplosivo deve uscire dai radar della squadra. Per me è un discorso di essere complementari e funzionali tra di noi. Il giusto mix ci aiuta. L’ideale è gamba e qualità“.