E SCELTE – De Rossi sorprende tutti con la scelta di Huijsen al posto di Llorente, accanto a Mancini. Karsdorp e Angelino giocano sulle fasce mentre il centrocampo sarà tutto di qualità con Cristante, Paredes e Pellegrini, con Bove in panchina. In avanti, Dybala ed El Shaarawy agiranno alle spalle di Lukaku.
Nessuna sorpresa per l’Inter, con Darmian che vince il ballottaggio con Dumfries sulla destra mentre Dimarco si posiziona a sinistra. Barella, Calhanoglu e Mkhitaryan si posizionano in mezzo al campo con Lautaro e Thuram a guidare l’attacco.
ATTEGGIAMENTO – La Roma scende in campo con il giusto atteggiamento e la giusta determinazione. Pressione alta che non consente all’Inter di ragionare, con addirittura Calhanoglu in difficoltà, idee chiare, scambi nello stretto e qualità nel passaggio.
COSTRUZIONE – La costruzione della Roma è particolare: Paredes si abbassa tra i due centrali, con i terzini che si alzano ma non nella stessa maniera. Karsdorp va dritto sul binario destro, con El Shaarawy largo a sinistra, mentre Angelino spesso si accentra, facendo compagnia a Cristante. E Pellegrini? Il capitano giallorosso è, insieme a Dybala, libero di muoversi e di trovare lo spazio tra le linee. I due finiscono per giocare spesso sulla stessa linea, girando attorno a Lukaku e con il compito di creare calcio. Una sorta, quindi, di 3-4-2-1 non impostato ma abbozzato nel momento in cui i giallorossi iniziano l’azione da dietro. Il primo gol arriva su un colpo di testa perfetto di Mancini mentre il raddoppio è frutto di un contropiede orchestrato da Pellegrini e che ha stranamente sorpreso una squadra, l’Inter, poco avvezza a farsi trovare impreparata in contropiede.
FASE DIFENSIVA – L’idea, fin da subito, è di difendere in avanti e non fa ragionare l’Inter anche perché non è prudente lasciare spazio al trio Barella, Calhanoglu, Mkhitaryan. A difesa schierata, invece, la Roma si mette spesso a 5 con El Shaarawy schiacciato e Angelino braccetto sinistro. La struttura tiene, almeno finché reggono le gambe e la testa.
RIPRESA – Nella ripresa, la Roma non torna in campo con la stessa concentrazione del primo tempo mentre l’Inter alza ancora di più gli esterni, spingendo sull’acceleratore. La combinazione tra l’approccio sbagliato dei giallorossi e l’avanzamento dei temibili esterni interisti è devastante e i capitolini cedono ai fianchi, lasciandosi così accerchiare e lasciare i centrali difensivi a difendere un forte assaltato.
I GOL NERAZZURRI – L’Inter batte rapidamente una punizione, trovando la Roma ancora non posizionata. I tre di centrocampo sono, infatti, in linea, non correttamente dislocati. Angelino deve rimanere stretto, così come da indicazioni di De Rossi, con El Shaarawy questa volta in ritardo. Thuram poi anticipa Mancini e pareggia i conti. In occasione del 3-2, Mancini arriva tardi in chiusura mentre Karsdorp viene preso in mezzo tra Dimarco e Mkhitaryan. Il fatto che qualcosa sia andato storto viene evidenziato dal fatto che, sull’armeno, va a chiudere addirittura Dybala, come fosse un terzino qualsiasi.
I CAMBI – De Rossi vede la squadra totalmente a terra e prova con il defibrillatore: dentro Spinazzola per uno spaesato Angelino, Bove sostituisce l’acciaccato Cristante ma ancora non basta. Entrano anche Baldanzi al posto di Pellegrini (il più in forma, in realtà) e Zalewski al posto di El Shaarawy, stanco dopo aver fatto avanti e indietro per tutta la gara. Completa il quadro Azmoun per Dybala (forse Baldanzi avrebbe potuto sostituire la Joya in precedenza) e la Roma sfiora la rete con Baldanzi ma soprattutto con Lukaku, pescato in maniera geniale da Pellegrini prima della sua uscita dal campo.